Città e Borghi » Monreale

Come Cefalù e altri luoghi del Palermitano, Monreale porta il segno magnifico di una potenza più che umana. Le due città sarebbero infatti sorte a seguito di un voto alla madonna, come segno di ringraziamento per lo scampato pericolo durante una tempesta. Monreale fu voluta da Guglielmo II di Altavilla. Più prosaica, la storia riferisce invece che queste località rivestivano particolare importanza strategica per il controllo delle vie d’acqua e di montagna, per la diffusione del cristianesimo, per la sottomissione delle comunità arabe dell’interno. Infatti Cefalù si estende sotto la Rocca che guarda la costa, mentre Monreale è adagiata su un incrocio di passaggi che proteggono Palermo. Dove è sorta Monreale, alle spalle e in vista di Palermo, gli arabi collocano il luogo di raccolta dei prodotti alimentari destinati ai mercati della città. Ba’lat, questo è il nome nella loro lingua, piace ai sovrani Normanni per l’aria fresca e per la caccia. Nel 1171, quando Guglielmo II prende il potere, decide anche di consolidarlo, soprattutto con i sopravvissuti centri arabi della cintura Palermitana. Quella cima in posizione strategica prende il nome di Mons Regalis dove, nel 1174, iniziano i lavori per la costruzione della chiesa e del monastero Benedettino che era una poderosa costruzione fortificata dotata di una redditizia proprietà. Nell’edificazione del Duomo, Guglielmo non risparmia; sono in gioco la maestà e la solidità della corona: nei 4000 mq di superficie della chiesa, si contano 6000 mq di decorazioni a mosaico con scene della Bibbia e della vita di Gesù, nonché il Cristo Pantocrator dell’abside. Viene chiamato Bonnano di Pisa per eseguire i 42 pannelli in bronzo del Portale, e più tardi Barisano di Trani per i 28 pannelli della porta laterale. Del convento è rimasto intatto solo il chiostro, secondo Guy de Maupassant “un luogo di tale grazia da fare desiderare di restarci per sempre”. Tra i viaggiatori che l’hanno visitato, uno davvero illustre non ha potuto apprezzarne la serena eleganza: nel 1787 infatti Wolgang Goethe vi passa vicino ma, invitato a un buon pranzo presso un’altra abbazia , rientra a Palermo senza godersi la cittadina e la sua cattedrale.